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Istruzioni per raccogliere le firme

Il modulo per la petizione Inquinamento olfattivo

Il modulo per la petizione Waste Tax

Il modulo per la petizione Rideterminazione C.A.C.

Le 3 petizioni della campagna 

1 – Stop alla “puzza” in città

Il Testo Unico Ambiente D.Lgs. 152/2006 non contiene né la definizione dell’INQUINAMENTO OLFATTIVO, né tantomeno norme per misurare i limiti di tollerabilità e per definire i metodi di campionamento, né le necessarie sanzioni per chi inquina l’aria con esalazioni moleste ed insopportabili a ridosso dei centri urbani.
Gli impianti di trattamento dei rifiuti sono i principali responsabili (dalle discariche agli impianti TMB, dagli impianti biogas a quelli di compostaggio) insieme ai depuratori di acque fognarie, ai grandi allevamenti zootecnici (polli – maiali), agli impianti chimici, alle raffinerie e molti altri impianti molesti.
La petizione propone l’inserimento di norme a modifica del D.Lgs. 152/2006 per definire – caratterizzare – monitorare – sanzionare gli impianti esistenti che superano i previsti valori limite di emissioni odorigene in atmosfera compreso il riesame e la revoca della stessa autorizzazione. Vengono introdotte sia la distanza minima degli impianti molesti dalle abitazioni che lo Studio di Impatto Olfattivo, per autorizzare i nuovi impianti.

 

2 – Fermare gli inceneritori

Il Decreto Legge 133/2014 “Sblocca Italia” art. 35 prevede il potenziamento dei 40 impianti esistenti al Centro-Nord e la costruzione di 12 nuovi inceneritori al Centro-Sud in totale antitesi con l’indirizzo Europea verso il recupero di materia ed il riutilizzo dei beni per la nuova “economia circolare”;

Il Decreto Ministero Sviluppo Economico del 6/7/2012 ancora prevede di incentivare gli inceneritori e gli impianti “ibridi” di combustione di rifiuti con i Certificati Verdi, sebbene questi impianti non producono “energia da fonti rinnovabili” ma per la U.E. sono “impianti di smaltimento”;

La legge 549/1995 ha introdotto la Eco-Tassa per disincentivare il ricorso alle discariche di rifiuti, prevedendone l’importo minimo e massimo del tributo da versare alla Regione secondo un importo approvato ogni anno. L’Eco-Tassa è pagata dai gestori di discariche ma con la Legge 221/2015 è stata estesa anche agli inceneritori senza recupero di energia ma limitando al solo 20% dell’importo, impianti di cui lo Sblocca Italia ha imposto la generale riconversione a recupero di energia.

Essendo il presupposto giuridico quello del disincentivare l’inquinamento ambientale, compresi gli inceneritori, non ha alcun senso non tassare TUTTI gli impianti di incenerimento o meglio TUTTI gli impianti di combustione di rifiuti o loro derivati che inquinano l’aria ed il suolo con emissioni e scarti tossici. La petizione quindi legittimamente include come impianti inquinanti soggetti alla Eco-Tassa gli inceneritori (con o senza recupero di energia), i cementifici e le centrali termo-elettriche che bruciano CDR/CSS, gli impianti che bruciano biogas o fanghi derivati da rifiuti per produzione energetica. La petizione prevede inoltre che il gettito della Eco-Tassa sia devoluta dalle Regioni interamente, e non solo per il 20% oggi previsto, per finanziare progetti di riduzione dei rifiuti, di recupero di materia e di bonifica di siti inquinati.

3 – Più contributi al riciclo

Il Testo Unico Ambiente D.Lgs. 152/2006 all’articolo n. 221 prevede che il CONAI – Consorzio Nazionali Imballaggi si faccia carico solo dei “MAGGIORI ONERI” della raccolta differenziata degli imballaggi che i produttori immettono nell’ambiente e non dei COSTI INTEGRALI di cui la gran parte restano a carico dei Comuni e quindi dei contribuenti.
Questo è in contrasto con il principio successivo – La restituzione di imballaggi usati o di rifiuti di imballaggio, ivi compreso il conferimento di rifiuti in raccolta differenziata, non deve comportare oneri economici per il consumatore.
L’Autorità per la concorrenza, o AntiTrust, ha condotto recentemente una inchiesta che ha appurato che gli stessi produttori associati al CONAI oggi coprono appena il 20% dei costi della raccolta differenziata dei loro imballaggi

http://www.agcm.it/component/joomdoc/allegati-news/IC49_sintesiindagine.pdf/download.html

La petizione prevede che i produttori associati al CONAI si facciano carico dei COSTI INTEGRALI della raccolta differenziata dei loro stessi imballaggi, e che i fondi afferenti al CONAI dalla gestione complessiva vengano utilizzati per il 90% per il sostegno ai Comuni di TUTTE le frazioni differenziate derivate da imballaggi, compresi i rifiuti di imballaggio plastico riportati dal mare sia integri che deteriorati o frammentati (marine litter).

Documenti

La petizione per l'inquinamento olfattivo

La petizione per la rideterminazione del CAC

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Informazioni

Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare

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